L’Associazione privata di fedeli In Novitate Radix è una realtà sorta alcuni anni fa a Roma.

In questi anni ha cercato di intensificare la sua attività a favore della conoscenza dell’iconografia cristiana del primo millennio con una particolare attenzione al patrimonio romano.

chi-siamo-fondazioneInizialmente l’idea è nata nel 2005 da don Mimmo Repice – sacerdote del clero diocesano di Roma, dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, studente iconografo, studioso di Sindonologia e di Iconografia Cristiana –, il quale dopo aver frequentato i corsi del maestro Ivan Polverari, dal 2005 inizia a ragionare insieme con lui su alcune questioni riguardanti l’iconografia e l’arte cristiana.

Immediatamente viene coinvolto l’architetto Diego Sabatino nelle loro ricerche e discussioni e i tre iniziano una sistematica condivisione di idee su tali argomenti, al punto da elaborare, al termine di una serie positiva di incontri, nel 2006 il logo dell’Associazione.

Il nome dell’associazione era già stato pensato insieme alla signora Francesca, moglie di Ivan, nell’estate del 2005, durante uno dei corsi che il maestro Polverari teneva a Pallanza.

Successivamente Ivan e don Mimmo coinvolgono anche il maestro iconografo e dottore in Teologia Alfonso Caccese e l’iconografa Claudia Rapetti, iniziando anche con loro un percorso di riflessione e di condivisione.

Fondatori

Alfonso Caccese, maestro iconografo e dottore in Teologia presso il Pontificio Istituto Orientale, in Roma.

Ivan Polverari, maestro iconografo, iscritto all’Istituto di Scienze Religiose della Pontificia Università della Santa Croce, in Roma.

Claudia Rapetti, iconografa, iscritta a corsi di Liturgia presso il Pontificio Istituto sant’Anselmo, in Roma

Mimmo Repice, sacerdote, dottorando in Teologia presso la Pontifica Università Gregoriana in Roma, studente iconografo, studioso di Sindonologia e di Iconografia Cristiana.

Perché In Novitate Radix

logo-nero-300x300Radix (nominativo) = la radice
In novitate = nella novità

Il nome della nostra associazione è stato scelto al termine di un lungo percorso condiviso alla nascita di questa “avventura”. Siamo partiti dalla “questione delle questioni”, cioè come cercare di coniugare la Tradizione, quella vera però, quella autentica, che tanto bene i documenti del Concilio Vaticano II hanno sottolineato ed evidenziato e, per quanto è possibile, i tempi attuali, in qualche modo la modernità, le istanze del mondo che cambia, assai repentinamente e in modo sempre più disarmante.

Ecco perché, in qualche modo, ci siamo messi alla ricerca della Radice, di ciò che è fondamento, di quello che tiene in piedi, che sostiene, tutto il resto. E, senza sembrare presuntuosi, questa radice è stata trovata, perché la Grazia del Signore non abbandona i suoi fedeli, ed è proprio Lui che ce la fa trovare, continuamente, anche se rende tutti noi sempre più consapevoli di vivere in un tempo sempre nuovo, il tempo escatologico, il tempo in cui si è chiamati a riconoscere i segni e ad attendere la Parusìa.

La radice è, in primis, Cristo stesso che incarnandosi si è reso raffigurabile e visibile…

Leggiamo in Romani 11,18b: “Sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te”.

La radice è anche ciò che stato fatto nel passato che deve essere attentamente studiato, valutato e applicato nel mondo di oggi in Occidente. Noi occidentali siamo impastati di creatività per cui c’è la fortissima tentazione di creare cose nuove, di inserire raffinatezze che distolgono dall’immediatezza del simbolismo iconografico o dipingere in icone immagini devozionali che non hanno nulla a che fare con il Vangelo… Dobbiamo infatti ricordare che “l’icona trasmette con i colori ciò che la Scrittura trasmette con le parole” (S. Giovanni Damasceno) per cui non si può elevare una devozione alla Parola di Dio.